Sabato scorso, 9 giugno, è terminata la fortissima esperienza sportiva nella casa circondariale di Piccolini-Vigevano, organizzata dalla nostra associazione e dall'Azione Cattolica diocesana.
Entrare in carcere, per noi e per i ragazzi dell'istituto Castoldi di Vigevano, è stata un'esperienza che ci ha chiesto di vincere qualche timore, di metterci in gioco e di imparare a tendere la mano, senza giudizi.
Entrare in carcere è stato possibile grazie a dirigenti lungimiranti, giovani sognatori, insegnanti innamorati del loro mestiere, arbitri disposti volontariamente a mettere in campo competenze e serietà, giovani detenuti e detenute alla ricerca di riscatto e di relazioni.
Entrare in carcere con la scusa di una partita ci ha permesso di avvicinarci ad un piccolo mondo, prima semisconosciuto, nel quale abbiamo intravisto vite, errori, gioia, sofferenza e speranze.
Entrare in carcere ci ha dimostrato che lo sport può essere un potente mezzo di comunicazione, basta usare la testa, e soprattutto il cuore, oltre ai piedi e alle mani.
Entrare in carcere ci ha ricordato che la fede, le lauree, il lavoro, i beni e il talento non bastano, se al centro di tutto non c'è la persona e se ad essa non so avvicinarmi.
Entrare in carcere mi ha fatto riflettere, mi ha scosso e risvegliato. La certezza è che tutti noi ne siamo usciti molto diversi.
Grazie a tutti i partecipanti!!!!
DG
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