La mattinata di sabato è iniziata con il ritrovo delle 8.00 in piazza del mercato: otto volti assonnati, una macchina piena di pizzette e patatine e un navigatore satellitare "vivente" (modello tom-tom castold 1.0), pronto ad insultare il guidatore ad ogni rotonda. Poche ore dopo, abbiamo il piacere di raccontarvi un'esperienza forte, che come speravamo è andata molto al di là della rete da pallavolo.
Fa un effetto strano vedere comparire la gigantesca mole della casa circondariale di Vigevano, in frazione Piccolini. In mezzo alla campagna, alte mura proteggono edifici squadrati e spogli, che quasi mettono in soggezione. Sentiamo qualcosa di particolare (e non facile da spiegare) anche passando i controlli all'ingresso, scrupolosi ma cordiali, sentendo il tonfo dei cancelli che si chiudono alle nostre spalle, fissando le numerose finestre della struttura, tutte sbarrate.
Le sbarre sembrano davvero dominare, sono ovunque. Cancelli, ingerriate, mura, tunnel, tutto sembra predisposto per opprimere e chiudere, ma una volta in palestra, dopo i primi preparativi arrivano le ragazze detenute e qualcosa cambia di colpo. "Grazie a voi di essere qui" ci dicono subito, e da qui l'incontro è diretto e immediato: le squadre sono miste e le ragazze della San Martino si dividono nelle quattro squadre che in circa due ore si affrontano in un girone a punti, arrivando a concludere, a fine mattinata, il girone di andata. Simpatico l'espediente dell'investitura dei capitani e della creazione dei nomi per i team, entrambi scelti dalle giocatrici stesse: Golden, Sanenus (un cioccolato, ci spiegano le ragazze sudamericane), Tom e Jerry e Le delinquenti, queste ultime non a caso capitanate da Chiara Celada.
La voglia di giocare è tanta e le partite sono sentite, ma ciò che colpisce è il clima che presto si crea: risate pronte, autoironia, battute e gioco di squadra sono ingredienti presenti sin dal primo minuto nonostante il dominio incontrastato delle Golden, praticamente imbattibili sotto rete.
Le ragazze della San Martino (Francesca, Giulia, Vassilia, Clara, Chiara, Eleonora) si sono distinte per le loro felpe personalizzate ma soprattutto per aver messo a disposizione le loro doti tecniche affiancandole a quelle umane: consigli alle compagne di squadra, sorrisi pronti, simpatia e tanti salatini fatti in casa a fine torneo. Una ricetta imbattibile per spezzare le sbarre.
"Grazie di essere qui"
DG
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